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Ho 48 anni, ho due figli e vivo a Roma. Mi piace viaggiare, fotografare, leggere e andare in moto. Mi interessa tutto ciò che riguarda la tecnologia. Sono appassionato di politica e di sindacato, che seguo anche a livello europeo per conto della Falbi. Sono un tifoso giallorosso: della Roma e della squadra della mia città di origine, il Catanzaro.

domenica 24 agosto 2014

In viaggio nell'Europa dell'Est: 2. Auschwitz

Riprendo il racconto del viaggio nell'Europa dell'Est, iniziato da Poznan e Breslavia, raccontando la terza tappa, quella più attesa, più forte, anche più difficile da descrivere: Auschwitz.


Ero convinto che Auschwitz fosse un campo di concentramento. In realtà i campi di concentramento, che si trovano nel comune polacco di Oswiecim, sono due: Auschwitz e Auschwitz-Birkenau.
Per rendere meglio l'idea, il campo di Auschwitz è quello in cui si trova il famoso cancello con la scritta: "Arbeit macht frei", Auschwitz-Birkenau è, invece, quello in cui avevano accesso i treni.

L'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz

L'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau
Qualche informazione di tipo pratico, per chi decidesse di andarci (cosa che consiglio vivamente a tutti): l'ingresso fino alle 10 è gratuito, sconsiglio vivamente le visite guidate, perché all'ingresso è possibile acquistare, con pochi zloty (circa un paio di €), una brochure che spiega le cose essenziali, e consente di avere consapevolezza di ciò che si vede (ammesso che sia necessaria una guida per capire) e di evitare attese e gruppi di gente accalcata attorno ad una guida. Il percorso "solitario" è anche più emozionante, a mio avviso.
Aggiungo che i due campi, distanti tra loro circa 5 km, sono collegati tramite una navetta gratuita.

Quello che si legge e si vede su Auschwitz non rende l'idea: neanche se mi sforzassi di raccontare le mie impressioni più intime sarei in grado di trasmettere quello che si prova. Pensate che scorrendo le fotografie, che le SS scattavano in maniera metodica a tutti i prigionieri, e in cui è riportata la data di internamento e la data di morte, ho pensato, cinicamente, che i più fortunati erano coloro i quali sono stati uccisi dopo un breve periodo (un mese o due) di presenza nel campo. Vivere un anno o più in quelle condizioni deve essere stata una sofferenza, uno stillicidio, una violenza pazzesca.

Proprio per questo mi limito, in questo post, a pubblicare delle foto con le relative didascalie, seguendo, per quanto possibile, l'ordine della visita. Non penso che le foto riescano a rendere l'idea della quantità impressionanti di capelli, scarpe, e oggetti vari conservati nel campo, che testimoniano il numero incredibile di esseri umani privati degli stessi oggetti, della libertà, della dignità, del cibo, e, infine, della vita.

Guardatele, e ripeto: se non ci siete mai andati fatelo, trovate il modo di vedere anche voi con i vostri occhi di cosa può essere capace l'essere umano.

I barattoli del "Zyklon B", usato nelle camere a gas

Montagne di capelli prelevati ai cadaveri

Occhiali

Scarpe, tonnellate di scarpe. Ogni paio ha una storia


Le valigie dei deportati

Foto e indumenti di bambini

I bagni

Forni crematori

Un viale del campo di Auschwitz

Il blocco 19, dedicato ai pazienti convalescenti 

Il muro della morte, in cui avvenivano fucilazioni



Auschwitz-Birkenau: la ferrovia


I binari ad Auschwitz-Birkenau

Le celle ad Auschwitz-Birkenau. Impossibile stare in piedi


Il monumento presente ad Auschwitz-Birkenau

Un vagone ad Auschwitz-Birkenau

A breve vi racconterò di Cracovia, a mio avviso la più bella città polacca.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Il binario morto che termina il suo viaggio a Birkenau, le teche piene di oggetti personali (compresi denti e capelli), le foto dei deportati di ogni età......ci andai 30 anni fa e vidi tutto con i miei occhi ma queste immagini rinnovano in me lo sgomento e l'orrore....Anto

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