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Ho 48 anni, ho due figli e vivo a Roma. Mi piace viaggiare, fotografare, leggere e andare in moto. Mi interessa tutto ciò che riguarda la tecnologia. Sono appassionato di politica e di sindacato, che seguo anche a livello europeo per conto della Falbi. Sono un tifoso giallorosso: della Roma e della squadra della mia città di origine, il Catanzaro.

domenica 10 febbraio 2013

Fritto misto

Oggi ho voglia di parlare a ruota libera, su argomenti diversi.

RUZZLE
Partiamo da Ruzzle, il gioco del momento: per un lungo periodo, pur sentendone parlare, ho evitato accuratamente di scaricarlo; poi, spinto dalla curiosità, ho ceduto.
Cosa dire? Il gioco è veramente una calamita per gli occhi e per le dita (la rima non è voluta), si è portati a cercare avversari sempre più ostici, è un passatempo molto gradevole, da utilizzare specialmente nei brevi momenti di attesa, durante una fila, dal medico, e così via.
La cosa molto triste è che ci sono dei bari, e sono tanti, che riescono a bloccare il tempo, che scaricano le soluzioni già precompilate e poi giocano la loro partita con la soluzione già in tasca. Io mi chiedo: a cosa serve barare in un gioco dove non si vince niente, dove si stimola  la mente, e alla fine se vinci utilizzando le tue risorse intellettive puoi essere soddisfatto, ma se perdi puoi solamente avere uno stimolo a fare meglio? E' lo stesso principio che vale, mutatis mutandis, per il ciclismo.
A proposito, se avete voglia di fare una partitina, io sono raoulbar.

IL CICLISMO E IL DOPING
Dicevo, a cosa serve barare in un gioco dove non si vince niente? E mi è venuto in mente il ciclismo.
Pochi giorni fa abbiamo ascoltato la storia di Lance Armstrong, che ha confessato di aver assunto sostanze dopanti in occasione di tutte le edizioni del Tour de France vinte; oggi sentiamo che molto probabilmente anche Mario Cipollini, icona italiana del ciclismo di un decennio fa, avrebbe fatto regolare uso di sostanze dopanti.
Vi confesso che oramai non mi sorprendo più quando sento queste notizie. E' chiaro che il ciclismo è uno sport dove la larghissima maggioranza dei professionisti ricorre al doping.
Il problema è che oramai il ciclismo non è più uno sport, ed è un peccato, perché è uno sport che ci ha lasciato negli anni immagini epiche, immagini indimenticabili di sofferenza, di fatica. Ma di fatica umana. Che senso ha farsi del male per vincere? Che senso ha barare, e non solo tra i professionisti, facendo male alla propria salute e rischiando l'incolumità fisica?
Ritengo doveroso che chi ha il potere di intervenire, a livello di CONI, ma anche più in alto, deve farlo. Bisogna evitare questo scempio, e bisogna evitare di svilire uno sport incredibilmente bello e molto seguito in tutto il mondo. Ma forse gli interessi in ballo sono tanti: gli sponsor, le macchine organizzative degli eventi che sono già all'opera...
Io fermerei tutto per un anno. Bisogna riflettere. Per il bene del ciclismo.

LA LITANIA DOMENICALE
Lo so, mi ripeto, ma non riesco a non commentare il consueto editoriale della domenica di Eugenio Scalfari.
La musica è sempre uguale: demolizione sistematica di Berlusconi, Grillo, Ingroia e Travaglio, poi grandi lodi al risultato ottenuto da Monti a Bruxelles, infine come sempre elogi a Mario Draghi e, infine, unica nota positiva, una recensione a "Lincoln". Stavolta Scalfari non incensa il terzo personaggio del suo "trio meraviglia" (che poi, a suo dire, sono tre suoi amici): il Presidente della Repubblica.
Ma forse non è una scelta inconsapevole: Giorgio Napolitano ha appena incassato la decisione del GIP di Palermo, che ha dovuto disporre la distruzione delle intercettazioni tra il Presidente della Repubblica e l'ex Presidente del Senato Nicola Mancino.
A mio avviso la sentenza della Consulta lede alcuni articoli della Costituzione, ma tant'è: molto probabilmente, già domani, un altro segreto della nostra Repubblica resterà tale.
Evviva la democrazia, evviva l'Italia.

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